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Immunità è legata ai nostri pensieri?

“Come innalzare le difese immunitarie in maniera naturale?”

 

è la domanda che mi è stata posta recentemente e proprio di fronte alla stessa non posso far altro che introdurvi alla PNEI, il cui acronimo sta per Psico Neuro Endocrino Immunologia.

 

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) nasce circa trent' anni fa dall’incontro di diverse discipline scientifiche quali le scienze comportamentali, le neuroscienze, l' endocrinologia e l' immunologia, da qui l’origine del lungo parolone.

 

La sua nascita ufficiale risale al 1981, anno in cui venne pubblicata la prima edizione di Psychoneuroimmunology a cura di

Robert Ader, PhD in Psicologia alla Cornell University, dal 1968 professore di Psichiatria e Psicologia alla University of Rochester School of Medicine and Dentistry.

 

La base di questa nuova scienza consiste nello studio delle reciproche interazioni tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso sistema endocrino e reattività immunitaria. In particolare, l’obiettivo primario di tale disciplina è lo studio integrato di sistemi psico-fisiologici che in passato sono sempre stati analizzati separatamente gli uni dagli altri.

 

La PNEI, di per sé, non pone più attenzione alla mente rispetto al corpo o viceversa, piuttosto profila un modello innovativo di ricerca e di interpretazione dell’organismo umano, visto come un unico grande network di sistemi psichici e biologici che si condizionano reciprocamente.

 

Come comunicano questi sistemi tra loro? 

 

Candace Pert è stata una farmacologa statunitense che per prima individuò l’esistenza dei recettori per gli oppiacei.

Ella scoprì che l’oppio, somministrato dall’esterno ad un individuo, si legava a particolari recettori posti nel cervello e che da questo legame scaturiva una cascata di eventi.

 

Successivamente identificò e localizzò tali recettori. La neuroscienziata osservò che non solo l’oppio si legava a quei recettori, ma anche tutta una serie di sostanze appartenenti alla stessa famiglia degli oppiacei, quali la

morfina, la codeina, e l’eroina.

 

“…Se il cervello ha recettori per legare sostanze provenienti dall’esterno, è logico supporre che le stesse sostanze possano essere prodotte anche dal cervello stesso, altrimenti perché dovrebbe esistere tali recettori?”

 

Fu così che la Dott.ssa Pert scoprì le Endorfine, gli oppiacei endogeni naturali.

 

Le Endorfine scoperte dalla Dott.ssa Pert furono chiamate Neuropeptidi in quanto peptidi sintetizzati dalle cellule nervose.

A tal proposito, ti ricordo o ti informo (nel caso tu non lo sappia) che i Peptidi sono i messaggeri cellulari. In parole semplici, quando il cervello vuole inviare un messaggio, libera delle sostanze chimiche che possiamo definire come

dei “Messaggeri” i quali circolano nel nostro organismo finchè non incontrano i recettori a loro destinati incastrandosi in essi per lanciare un messaggio che arriverà al nucleo della cellula. I Messaggeri del nostro organismo sono i Peptidi.

 

Tornando ai nostri Neuropeptidi, quando si andò a studiare la mappa dei recettori delle Endorfine, si vide che la maggiore concentrazione era presente a livello del Sistema Limbico del cervello (40 volte maggiore rispetto alle altre aree).

 

Il Sistema Limbico comprende Amigdala e Ipotalamo dove si sviluppano parte delle emozioni di attacco e/o fuga. Esso riceve i segnali di pericolo che gli giungono dall’udito e dalla vista; l’amigdala, in particolare, è la sede della paura e si forma precocemente durante lo sviluppo del cervello e può essere segnata da traumi o eventi stressanti fin nel grembo materno, alterando e condizionando il sistema di stress del nascituro. Ecco perchè fondamentale in questo periodo di quarantena garantire alle future madri, ma anche agli altri pazienti immagini, pensieri positivi di sicurezza, senza mistificare la realtà ma quanto perchè sto cercando di farvi vedere come queste situazioni possano comportare degli effetti reali, non basati su qualche elaborata teoria che non sfocia nel "reale!". 

Durante 

 

Continuando a studiare la mappa dei recettori delle Endorfine, la Dott.ssa fece un’ulteriore scoperta straordinaria: i recettori per gli oppiacei non si trovano solo a livello del cervello e particolarmente nel sistema limbico, ma in

moltissime altre parti del corpo, anche molto distanti dal cervello, come il Sistema Endocrino ed il Sistema Immunitario (linfociti e monociti) a loro volta presenti in maniera ubiquitaria.

 

Il Sistema Limbico (sede delle Emozioni) comunica con il resto del corpo grazie alle Endorfine.

 

Le emozioni, dunque, grazie ai Neuropeptidi, possono causare modificazioni corporali importanti a carico di tutti quegli organi provvisti dei corrispondenti recettori oppiacei.

 

Allo stesso modo, lo Stress ed i relativi aumenti di Cortisolo (Sistema Neuro Endocrino) sono da considerare un fattore non trascurabile nel nuovo Network di sistemi integrati. La disregolazione del sistema dello stress da parte di emozioni, traumi ed eventi stressanti in genere influenza il sistema immunitario alterandone l’assetto ed il funzionamento.

 

Se nel breve periodo gli ormoni dello stress, ovvero Cortisolo, Adrenalina e Noradrenalina (Catecolammine) hanno un effetto tonificante anche sull’immunità, non vale lo stesso per il medio-lungo periodo dove l’eccesso cronico di queste sostanze è causa dell’abbassamento delle difese immunitarie con conseguente difficoltà a combattere infiammazioni e agenti estranei.  Analogamente, la disregolazione dell’asse dello stress può favorire lo sviluppo di malattie autoimmuni di vario tipo.

 

Inoltre, i ricercatori McEwen e Sapolski hanno evidenziato come l’ eccesso protratto di Cortisolo causi atrofia dell’ippocampo (area cerebrale deputata alla memoria a lungo termine) interferendo con l’attività mnemonica termine

dell’individuo.

 

Quindi “Come innalzare le difese immunitarie in maniera naturale?”

 

 

La nostra complessa interazione dei  sistemi bio-psicosociali mi permette di concludere: riempi la tua mente di stimoli positivi. Non puoi pensare contemporaneamente a una cosa positiva e negativa, nè puoi scegliere solo una e se la tua abitudine è quella di focalizzarti su quanto c'è di buono, a come replicarlo e condividerlo, acquisirai sempre di più tale abilità. 

 

Non è una spremuta ricca di Vitamina C a stimolare il sistema immunitario, piuttosto, come ribadisco più volte, è lo stile di vita che conduciamo a stimolare direttamente e indirettamente le nostre difese.

 

Ciò che pensiamo, ciò che respiriamo, ciò che mangiamo e le relazioni che intratteniamo sono elementi fondamentali della nostra esistenza: se scelti con consapevolezza, possono rivelarsi alleati non solo del nostro sistema immunitario, ma soprattutto dell’appagamento della nostra vita in termini di salute e di soddisfazione.

 

D.O. Giulia Sollima (https://giuliasollimaosteopata.blogspot.com/)

Dr. Vito Lavanga

 

 

Referenze: 

 

- Bottaccioli F. Psiconeuroendocrinoimmunologia. I fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrata, ed. Red. 2005. 

- Pert C. Candace Pert: paradigms from neuroscience: when shift happens. Mol Interv. 2003 Oct.

- Davis EG, Humphreys KL, McEwen LM, Sacchet MD, Camacho MC, MacIsaac JL, Lin DTS, Kobor MS, Gotlib IH. Accelerated DNA methylation age in adolescent girls: associations with elevated diurnal cortisol and reduced hippocampal volume. Transl Psychiatry. 2017 Aug 29.

- Sapolsky RM. In memoriam: Bruce S. McEwen. Horm Behav. 2020 Mar



Ascolta il dott. Vito Lavanga, esiste qualcosa di più che la Solita via. Riempi la tua testa di pensieri costruttivi.
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