Questa patologia è una patologia invalidante che viene classificata in vari modi.
Il suo termine significa "restringimento".
Conosciamo diversi restringimenti all'interno del corpo umano, principalmente a livello vascolare, ma esistono anche a livello neurologico nel canale spinale portando un'alterazione dello scorrimento della corrente nei principali "rigonfiamenti", quello cervicale e quello lombare.
Tale rallentamento è determinato principalmente dall'aumento del volume del legamento giallo che porta sofferenza alla radicelle contenute all'interno del sacco durale.
Oltre a una perdita di conduzione visibile per esempio con esami come l'elettromiografia, esiste anche un danno vascolare legato all'ipossigenazione locale. Del resto i distretti sono fatti per avere approvvigionamento sia da un lato vascolare che da un parte neurologica.
Se si guarda con po' di attenzione si nota come il canale "normale" è quello inscritto all'interno dell'area nel triangolo giallo, mente la struttura nobile residua è quella accanto alla linea gialla. Le linee rosse rappresentano l'enorme volume del legamento giallo, il nostro isolante che a cose normali aiuta le strutture al suo interno a non prendere "colpi" mentre in alcuni pazienti può diventare così grande tanto da dare sintomi davvero fastidiosi:
A volte tale alterazione del canale spinale può essere associata alla spondilolistesi, ovvero lo scivolamento (listesi o meglio olistesi) della vertebra (spondilo).
Questo può essere causa di dolore e sensazione di blocco del tratto lombare, quella zona che consideriamo in questa maniera: la zona dal torace in giù, quella zona che ponendo le mani dietro la schiena ci permette di sentire il terminare della cassa toracica e i "lombi", sopra la cresta iliaca.
La percezione di dolore in questa zona è indicativa di un problema delle vertebre lombari.
Oltre allo scivolamento delle vertebre, ne possono fare le spese anche i dischi, ovvero i nostri ammortizzatori dei corpi vertebrali. Tali ammortizzatori sono aiutati dal gel contenuto al loro interno, il nucleo polposo. Tale sostanza come tutte le nostro organismo ha una sua emivita, ovvero una durata media, superata la quale c'è un punto di non ritorno. E' fondamentale mettere in atto tutte quelle azioni che possano preservare la durata di tale sostanza e che biomeccanicamente mettano a riposo o mettano sotto stress in caso di utilizzo della colonna, nella maniera corretta.
Tieni presente che si ti venisse posta tale diagnosi, in primis è una condizione abbastanza comune, esiste una predisposizione genetica a tale situazione che coinvolge anche il 15/20% della popolazione. Inoltre è peggiorata da condizioni come il diabete. Ricordati che il diabete non è un patologia tutto o nulla.
Non è una condizione che un giorno è normale e il giorno dopo ti viene
E' una condizione graduale che passa dalla normalità, all'intolleranza glucidica fino al diabete che molto spesso è reversibile con un po' di impegno da parte del paziente e del dottore.
Te lo dico perchè spesso la elettromiografia che ti faccio eseguire può dare origine a due tipi di diagnosi:
Nel primo caso siamo più verosimilmente di fronte a una situazione in cui una radice è compromessa da uno schiacciamento locale, nella seconda invece abbiamo una patologia organica generalizzata peggiorata dal deposito di "zuccchero!" sui nervi!. Ci sono anche situazioni in cui possono coesistere queste situazioni.
Come ti dicevo esiste una gradualità nelle patologie e il nostro corpo mette in atto quante più strategie possibili per aiutarci a gestire e risolvere il problema.
Sapere per tempo cosa fare, crea un enorme vantaggio su esiti come:
- capacità di camminare
- capacità di lavorare senza dolore
- essere autonomi in casa per le persone anziane
- prevenzione di carichi erronei a livello dello articolazioni dell'arto inferiore (anca, ginocchio e caviglia)
- gestione del nostro umore
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